Marco Piva: il tocco italiano nell’architettura e nel design
Marco Piva è attualmente una delle principali referenze mondiali per quanto riguarda il design e l’architettura italiana. Conosciuto per avere un linguaggio eccitante, fluido e funzionale che traspare attraverso le sue creazioni architettoniche, il design del prodotto e l’interior design. Il suo studio è un buon esempio di progetto che valorizza la differenziazione e l’innovazione in molte aree del design.
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Ha fatto parte dello stabilimento di Studiodada Associates (noto per il suo impatto come una delle aziende più rappresentative del periodo del Radical Design), da allora in poi ha aperto il proprio studio di interior design negli anni ’80. Ad oggi, i lavori di Marco Piva hanno avuto un impatto in tutto il mondo, dimostrando ancora una volta che il tocco italiano è sempre di grande valore per un progetto di interior design.
“Credo che le radici dell’approccio italiano all’architettura e al design provengano da giganti come Leonardo Da Vinci, Brunelleschi, Leon Battista Alberti, Palladio.”
Più che un architetto o un interior designer, Marco Piva è un innovatore che si descrive come molto innamorato del proprio lavoro. Ha un approccio tipicamente italiano a tutto ciò che tocca, dando il massimo per dirigere i numerosi progetti sotto mano.
“Architettura, design degli interni e del prodotto si fondono in un processo sincrono per raggiungere un lavoro unitario, che assicura continuità e fluidità del linguaggio in termini sia stilistici che funzionali. Mi sento come un “direttore di un’orchestra”, dove la musica cioè “il progetto”, è concepita in modo creativo. Questo è ciò che amo di più del mio lavoro “.
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Marco Piva è noto per la sua meticolosa attenzione ai dettagli, studiando e creando soluzioni di design innovative caratterizzati da una sobrietà compositiva e una libertà stilistica uniche. Sempre presente, lo sforzo di adattarsi alla cultura del paese nel quale si sviluppa il progetto al fine di creare un rapporto di rispetto con il cliente. Stiamo parlando di località come Cina, Stati Uniti, India, Montecarlo, Emirati Arabi Uniti, Algeria e Albania. Tuttavia, nonostante le differenze di culturali, tutti i clienti di Piva lo contattano per lo stesso scopo:
“Quello che si aspettano da noi è un “tocco speciale”, capacità intrinseca della nostra cultura italiana, collegato a un’idea di stile di vita esclusivamente italiano. Il nostro studio sviluppa le sue attività partendo prima dallo “sfondo” di un territorio specifico se parliamo di Master Planning, di un carattere specifico della città circostante se è un’architettura, del significato di un nuovo prodotto se è il caso di un pezzo di design industriale “.
Quando arriva il momento di scegliere un progetto chiave della sua carriera, Marco Piva ha la risposta pronta: l’Excelsior Hotel Gallia a Milano. A detta dell’artista, questo fu l’unico progetto in cui ha avuto la più totale libertà di progettazione; dall’architettura all’interior design, comprendendo il paesaggio, l’Illuminazione e persino sulla scelta per le opere d’arte.
“La sfida più grande è stata quella di preservare il suo background storico, formalmente legato allo stile architettonico della Belle Epoque, e allo stesso tempo collegarlo ai moderni edifici circostanti, come Pirelli o Torre Galfa, simboli della moderna architettura. La mia intenzione sin dall’inizio era, nel rispetto della cronologia del design, di riportare questo famoso Hotel al suo splendore passato, lanciandolo nell’era contemporanea, cercando un equilibrio tra il vecchio e il nuovo in un rapporto dinamico di forme, spazi e materiali. ”
Alla domanda su quali cambiamenti prevede o vorrebbe vedere nel settore del design, la sua risposta non ha lasciato dubbi: la fusione di tecnologia e creatività è un punto focale per la sopravvivenza del design contemporaneo. Marco Piva ha anche sottolineato che concetti come la sostenibilità, insieme alla sobrietà e alla semplicità, sono concetti che rimarranno essenziali per quanto riguarda i concetti di design attuali.
“Oggi non ha più senso parlare di design come fine a se stesso. La tendenza del futuro sarà quella di mettere la creatività e la tecnologia al servizio delle aspettative più generali creando nuove città, architetture e prodotti di design che saranno concepiti e realizzati partendo dall’etica per raggiungere estetica e funzionalità. Tutto il mondo è qui per essere riprogettare per meglio. “