Patricia Urquiola è nata a Oviedo, in Spagna, e ha studiato architettura a Madrid per poi laurearsi al Politecnico di Milano nel 1989. CovetED ha avuto l’opportunità di confrontarsi con la designer durante l’ultima edizione del Salone del Mobile e oggi Spazi di lusso vi riporta la fantastica intervista.
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Spagnola di nascita ma italiana per scelta, Patricia Urquiola è una delle più ambite interior designer del mondo, con il suo lavoro che ruota intorno a rigore ed emozione, innovazione e confort mentale.
Hai avuto la fortuna di essere stata un’allieva dei grandi maestri del design industriale italiano – Achille Castiglioni e Vico Magistretti – che metodo di lavoro, o che lezione di vita, hai appreso da loro?
Patricia Urquiola – Dunque, quali lezioni non ho appreso da loro? Quest’anno ho avuto la fortuna di fare una mostra alla Triennale di Milano su Achille Castiglioni. E ho pensato “Come posso essere seria e allo stesso tempo allegra e trasmettere alle persone l’incredibile energia che lui ha dato a me?” Ho pensato “Forse non siamo abbastanza coraggiosi”. Penso che Vico e Castiglioni siano ovviamente due persone molto diverse, loro sono stati entrambi essenziali per il modo in cui vivevano e lavoravano, e Vico diceva “Io credo che tutti i design alla fine siano concetti”. Al momento tu puoi spiegare a qualcuno cosa vuoi fare, e la persona dall’altra parte capisce in che modo stai concependo l’idea di design. Molte persone interpretano questo come il modo pigro di fare design, ma lui disse che si divide sempre il proprio lavoro con altri, con l’azienda, e questo è molto importante, con gli artigiani e con gli industriali. Allo stesso tempo, tu hai bisogno di avere il tuo concept e devi muoverti. Castiglioni parlava sempre di “un elemento fondamentale del progetto”, questo significa che non c’è confronto su questo elemento. Ma sulle altre cose, che sono correlate al percorso del progetto, puoi confrontarti con altri, ma l’elemento fondamentale è il concept. Questo è nelle tue mani e tu devi condurlo fino alla fine.
Hai ottenuto tutto ciò che volevi nella vita? – Su quali sogni stai indugiando?
Patricia Urquiola – Penso che tu debba sempre essere felice per ogni ostacolo che superi. La vita continua e fino all’ultimo minuto puoi imparare qualcosa, puoi ottenere qualcosa di importante per te. Perché non essere vivi?
Quando sei al meglio?
Patricia Urquiola – Ciò che è importante per me è, quando penso alle mie figlie o a qualsiasi persona giovane, vederli senza nessun tipo di prospettiva, la prospettiva per me è molto importante. Puoi avere un grande problema, se ti svegli alla mattina con quel problema, ma se vedi una luce in fondo al tunnel, le cose vanno bene. Ciò che è drammatico è la depressione, il momento in cui davvero non vedi la luce e perdi la tua prospettiva. Penso che sia importante avere sempre una prospettiva.
Alcuni dei tuoi lavori sono stati esposti nei più grandi musei di arte e design, tra cui anche il Moma di New York, il Musée des Arts decoratifs di Parigi, il Victoria & Albert Museum di Londra – è qualcosa che avevi sempre sognato?
Patricia Urquiola – Un anno fa c’è stata una mostra in un museo di Philadelphia, e fu un grande onore per me perché era un museo d’arte ed essere lì è stato interessante. Fu un po’ strano ma anche un grande onore, ma in quel momento stavo pensando, quando qualcuno ti da uno spazio in un museo, questo può stabilizzare il tuo percorso, ma i miei musei sono le case, i miei clienti sono le persone che mi incontrano e mi dicono “ho concepito mio figlio sul tuo divano”, cosa che ho davvero sentito alcune volte. Per tutti i designer, questo tipo di situazioni sono la nostra vita. Noi siamo associati alla vita normale, all’idea di produzione. Sarebbe carino lavorare di più con manifesti e idee come gli artisti. Il nostro lavoro è più agevole. Per esempio, questo divano, stavamo parlando della nostra relazione con il pianeta, il modo in cui lavoriamo i materiali, il modo in cui accediamo ai materiali. Sta cambiando ogni cosa e finalmente ne siamo coscienti, e preoccupati. E abbiamo tanti compiti per casa da fare perché ognuno di noi ha fatto qualcosa in modo sbagliato, non solo come designer ma come essere umano. Il modo in cui siamo legati all’acqua, il modo in cui mangiamo, il modo in cui ci vestiamo. Penso che sia un momento molto interessante, è complesso, è un fallimento. Noi designer siamo sempre interessati alla complessità perché magari troveremo un modo per innovare. Questo progetto era connesso all’idea della pietra, i tavoli sono realizzati con un materiale riciclabile nato dalla carta. Tutto questo è fatto in modo nuovo, è molto naturale ed è buono.
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Hai anche vinto diversi premi internazionali, tra cui il Gold Meal in Merit in Fine Arts dal Governo Spagnolo, così come il Order of Isabella the Catholic, consegnato da Sua Maestà il Re di Spagna Juan Carlos – consideri questi momenti come i più importanti della tua carriera?
Patricia Urquiola – Cosa posso dire, fu una cerimonia carina, eravamo un gruppo di creativi non vestiti così bene, pensavamo che forse non eravamo adatti lì. Fu molto divertente, ma è stato un onore ricevere questo dal mio paese. Le persone mi chiedono se mi sento più spagnola o più italiana, dopo 30 anni qui, ma io penso di essere 100% spagnola e 100% italiana.
è stato un momento di svolta per la tua carriera quando hai ricevuto il premio da Sua Maestà?
Patricia Urquiola – Le cose che cambiano la tua carriera sono quando hai un brutto momento, quando non ottieni ciò che vuoi, quando c’è un problema in un progetto di architettura di design e tu sai che quelle sono cose che ti fanno crescere. Quando dico che siamo perfezionisti, è perché sei felice di questo ma c’è qualcosa che è sempre nella tua mente, è naturale. E questo è ciò che ti aiuta ad andare avanti e a fare meglio. I fallimenti ti aiutano di più. Il fallimento della nostra relazione con il pianeta è ciò che ci aiuterà per cambiare. Dobbiamo guardare al fallimento come a un valore. Gli onori e le medaglie sono fantastici ma non è solo questo ciò che importa.
Puoi dirci qualcosa a proposito del tuo processo creativo?
Patricia Urquiola – Sono una persona abbastanza socievole, lavoro molto bene con gli altri, sono molto aperta a lavorare con le aziende, discuto molto, dico molti no, ma ci divertiamo molto. Nello studio, cerco di unire il lavoro fisico a quello digitale, ho un team che lavora nella stessa casa. Viaggiamo molto per vedere clienti e per fare conferenze, e io cerco di rimanere umile e di fare tutte le cose. Ora sto lavorando a un edificio vicino all’ospedale che aprirà in giugno, questo è parte del mio lavoro, il mio lavoro è condividere con altre persone. Il nostro lavoro è un mix di lavoro pragmatico e creativo, e tutto il mio lavoro mi interessa.
Stai lavorando a qualcosa di nuovo al momento? Puoi darci qualche piccola anticipazione?
Particia Urquiola – Cassina è un lavoro che sta prendendo molte delle mie energie e in cui credo fortemente, ma ho collaborato per un lavoro con Rossana Orlandi. Si tratta di un ironico daybed, è il Waisting Time Daybed, realizzato in plastica riciclata.
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